Anche Alice ha il mal di testa.
Forse perché pensa troppo.
Eh sì ci sono troppe cose a cui
pensare, cosa credete. C’è molto da fare quando bisogna star dietro a due mondi
diversi, quando si cerca di non dare troppo nell’occhio, quando bisogna
nascondere le proprie identità a tutti, perfino a se stessi certe volte. Devo
badare a tutto da sola io. Ma in fondo fatevene una ragione, siamo tutti soli. Ci
sarà anche l’amore, l’amicizia, la famiglia, ma noi siamo tutti soli. È un
destino inevitabile, che non risparmia nessuno. Inutile che io perda tempo a
esporvi la mia teoria, c’è poco da dire, siamo soli, punto. Solo noi sappiamo
quanto ci costa vivere ogni giorno, alzarci dal letto e abbozzare falsi
sorrisi, o magari contenere una felicità che gli altri non potrebbero mai
capire, se non per invidiarla. Qui è una lotta continua. Si salvi chi può. E
quando abbiamo bisogno degli altri, nessuno ci è davvero utile più del nostro
cuore e della nostra testa!
D’altronde si sa, meglio soli che
male accompagnati. Ma la natura umana ha connaturata in sé la solitudine, solo
noi possiamo davvero aiutarci, solo noi possiamo capirci fino in fondo, solo
noi sappiamo consolarci e farci rialzare dopo una caduta. Siamo forti, più di
quanto pensiamo. Siamo unici. Siamo noi. E lo siamo sempre, anche quando ci
perdiamo per un po’.
Però (ovviamente c’è un però), non
potrei negare il fatto che esistono persone capaci di farci compagnia nella
nostra solitudine, persone davvero importanti che per noi fanno tanto, che ci
danno tanto, solo con la loro presenza, ogni giorno. Ascoltandoci, parlandoci,
facendoci ridere. Sono loro che danno un senso a questa maratona senza
partecipanti che dobbiamo vincere contro noi stessi. Sono loro che ci amano per
quello che siamo, che capiscono ogni nostro problema celato, che sentono ogni nostro
lamento taciuto, che percepiscono ogni lacrima soffocata. Ci sono loro a
rendere questa vita meno pesante, meno noiosa, meno desolata. Sì siamo soli, ma
non abbandonati. Siamo soli, ma non siamo orfani di questa terra. Siamo soli,
ma in compagnia.
C’è sempre un filo di speranza,
dopotutto. C’è ancora un debole bagliore che rischiara l’orizzonte. È vero
piove. L’acqua scende giù, fitta e minacciosa, mentre i tuoni innalzano il loro
canto di morte, ma laggiù in fondo la vedo anche io quella fragile luce
lontana, che sta lì e ci attende. Piove, magari pioverà ancora. Io non voglio
bagnarmi, aspetto ancora un po’. Magari cerco riparo sotto qualche fungo
gigante, magari c’è un ombrello da qualche parte. Magari la pioggia finirà e io
tornerò a casa.
Non abbiate paura, prima o poi si riesce a tornare, prima o poi
si ricomincia anche a sognare.
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