L’amore ha paura. Troppo spesso. Lo vedo, lo percepisco, lo sento.
L’amore non è facile, l’ho scoperto una mattina di inverno, quando ho guardato negli occhi cupi di una donna. Me l’hanno detto, ma non ci ho creduto. Ho pianto, ma l’ho sottovalutato.
Quando ho smesso di cercare il sole, l’ho capito anche io. L’amore fa male, dovrebbe essere vietato ai minori di vent’anni, dovrebbe essere vietato ai cardiopatici, dovrebbe essere vietato agli “inguaribili romantici”, dovrebbe essere vietato ai cuori sognatori. Ma sarebbe troppo semplice. Non si scappa dal dolore, si scappa da un incendio, da un assassino, da un animale feroce magari, ma dal dolore non si scappa. Riuscirà a entrare in qualsiasi modo, ci proverà giorno dopo giorno, ogni notte, quando crediamo di dormire tranquilli e lontani dal pericolo, e alla fine ci sconfiggerà.
Il dolore non salva nessuno. L’amore te lo fa solamente credere. Sì mi salverò, ma in fondo lo sappiamo che non è vero. L’amore ti sorride, ti aiuta a vivere, a stare bene, ma poi ti prende a schiaffi, ti abbandona, ti distrugge e ti invecchia. Potremmo noi essere sempre giovani e felici? No. E allora lasciamoci andare. Non cadremo mai troppo in basso dove nessuno potrà raccoglierci. Farà male, ma torneremo da dove siamo partiti, sempre.
Anche io un giorno ho incontrato l’Amore. Era bello e sorrideva. Mi ha dato la mano e mi ha portato con sé. Non avevo freddo, non avevo fame, non avevo paura. Ma mi sono ritrovata da sola, a terra, sotto una pioggia leggera, a implorare il suo ritorno. L’ho trovato per caso l’amore, l’ho trovato che ero fanciulla e ora mi sento tanto vecchia.
Avete mai visto nel mare il suo riflesso, avete mai sentito nel mare il suo calore? Io sì.
Non so quando muore un amore, ma so quando muore un pezzo di cuore.
Quando li perderete tutti, dopo le lacrime e i tuoni, abbiate il coraggio di alzarvi e andarli a cercare nel mare, uno per uno, e ricomporli tutti. Non saranno tutti vostri magari, ma prendete ogni pezzo mancante. Abbiate la forza e la pazienza di riordinarli, di abbracciarli uno alla volta.
Amatevi, ma non illudetevi. L’amore c’è per tutti, nel bene e soprattutto nel male.
martedì 20 marzo 2012
venerdì 9 marzo 2012
Auguri a me!
No, oggi non è il mio compleanno.
Ma io voglio festeggiarmi lo stesso.
Sì oggi, il giorno dopo la festa
della donna. Alice non è impazzita, ma è molto polemica.
Ebbene sì, voglio fare
l’alternativa. Se l’8 marzo nessuno vuole festeggiarmi, io lo faccio a modo
mio, quando dico io. Perché in fondo questo è quello che conta.
Donne, ascoltatemi. Festeggiatevi
da sole, perché se aspettate gli uomini state fresche. No, no, non c’è niente
da ridere, la questione è molto seria. Sono arcistufa di tutto e tutti, ma
soprattutto delle polemiche, che la gente sembra saper fare solo quelle! Se l’8
marzo non vi sta a genio, se vi sembra discriminatorio, mettendo
paradossalmente la donna in una posizione inferiore, se vi lamentate perché la
donna non è eccezionale solo un giorno all’anno ma sempre, allora cosa
festeggiate a fare i compleanni, la festa del papà e della mamma, gli
anniversari, Pasqua e Natale?? Credo che il principio sia lo stesso, o sbaglio?
Esistono delle occorrenze per tutti, esistono per ricordare alle persone che
amiamo quanto sono fondamentali per noi, per regalare un sorriso, per scaldare
il loro cuore, per sentirci ancora più uniti, insieme. Ognuno è libero di
pensarla come vuole, ovviamente, ma basta con queste storie, con i soliti
attacchi e le ossessive provocazioni. C’è una festa punto. Se non vi piace non
sprecate fiato. Se non vi va di fare auguri a destra e a manca, nessuno vi
obbliga. Però lasciate in pace questo giorno. Il ragionamento è giusto per chi
le donne non sa rispettarle, per chi le maltratta, per chi non le considera mai
e poi l’8 marzo si presenta con le mimose e un sorriso malconcio, con un
“auguri” impersonale, di quelli che nessuno vorrebbe ricevere. Lì è giusto
protestare: non esisto solo l’8 marzo, o il giorno di San Valentino o quello
del mio compleanno. Io esisto sempre!!! Sai? Ma per chi fortunatamente non si
comporta così, per chi sa amarla sempre la propria donna, per chi sa dire cose
tenere in una sera qualunque o in un pomeriggio di pioggia, per chi sa renderla
speciale ogni momento, una parolina in più nel giorno in cui ogni donna sa di
essere importante non guasterebbe! Una parola, niente di più. Cosa vi costa? Niente.
È gratuita, veloce e indolore. È bella, vera, silenziosa, ma è pur sempre una
grande gioia. Non venitemi a dire che festeggiate le donne tutti i giorni, ma
per favore! Che confusione che sarebbe! Andremmo tutti falliti, tranne fiorai e
qualche altro commerciante, sommersi di rose e cioccolatini, regali ovunque,
memoria piena di messaggi, cene e colazioni insieme, feste e sorrisi a
oltranza. Per fortuna, amici miei, nessuno ci festeggia tutti i santi giorni,
ma ogni tanto, almeno in quelli riconosciuti dal mondo intero, beh fatevi vivi!
Badate, è solo un suggerimento, poi decidete voi.
Fossi un uomo avrei mille idee
per stupire una donna, per elogiarla sempre, ogni volta che ne ho voglia, ah
quante cose potrei inventarmi, ma ahimè sono solo una donna. Una delle tante,
una delle peggiori. Sono Alice combina guai e acchiappa grane, sono Alice che
si arrabbia e si imbroncia, ma almeno il sorriso non lo perdo mai.
Ma si sa, chi fa da sé fa per
tre. E allora auguri a me, tanti auguri Alice. Care donne dobbiamo fare anche
questo da sole, celebrarci da noi, dobbiamo coccolarci insomma.
Sapete cosa mi piace di più delle
donne? La loro forza e il loro coraggio. Pensateci e andatene fieri cari uomini,
perché le donne sono un piccolo grande miracolo, che voi vogliate far loro gli
auguri o meno il giorno della festa delle donne. E non ditemi che sono una
femminista, perché non lo sono affatto, sappiate che vorrei una festa anche per
l’uomo, sì proprio così, per aver la soddisfazione di non far loro gli auguri,
di non far complimenti, né di lodarli in nessun modo. Ma di polemizzare e
basta. Dopotutto bisogna riservare gli stessi trattamenti a tutti, no? J
È vero sono troppo simpatica, non trovate, ma purtroppo ho un difetto, quando
non mi va giù qualcosa devo urlarlo e tirarlo fuori, altrimenti potrei
benissimo scoppiare. Ora mi sento meglio, scusate la sfuriata, ma mi andava di
farla, tutto qui. Auguri a me, perché in fondo mi vado bene così!
E auguri anche a voi, perché non
abbiamo bisogno dell’8 marzo per farci sentire, ma solo della nostra voce! ;)
lunedì 5 marzo 2012
Goccia dopo goccia
Anche Alice ha il mal di testa.
Forse perché pensa troppo.
Eh sì ci sono troppe cose a cui
pensare, cosa credete. C’è molto da fare quando bisogna star dietro a due mondi
diversi, quando si cerca di non dare troppo nell’occhio, quando bisogna
nascondere le proprie identità a tutti, perfino a se stessi certe volte. Devo
badare a tutto da sola io. Ma in fondo fatevene una ragione, siamo tutti soli. Ci
sarà anche l’amore, l’amicizia, la famiglia, ma noi siamo tutti soli. È un
destino inevitabile, che non risparmia nessuno. Inutile che io perda tempo a
esporvi la mia teoria, c’è poco da dire, siamo soli, punto. Solo noi sappiamo
quanto ci costa vivere ogni giorno, alzarci dal letto e abbozzare falsi
sorrisi, o magari contenere una felicità che gli altri non potrebbero mai
capire, se non per invidiarla. Qui è una lotta continua. Si salvi chi può. E
quando abbiamo bisogno degli altri, nessuno ci è davvero utile più del nostro
cuore e della nostra testa!
D’altronde si sa, meglio soli che
male accompagnati. Ma la natura umana ha connaturata in sé la solitudine, solo
noi possiamo davvero aiutarci, solo noi possiamo capirci fino in fondo, solo
noi sappiamo consolarci e farci rialzare dopo una caduta. Siamo forti, più di
quanto pensiamo. Siamo unici. Siamo noi. E lo siamo sempre, anche quando ci
perdiamo per un po’.
Però (ovviamente c’è un però), non
potrei negare il fatto che esistono persone capaci di farci compagnia nella
nostra solitudine, persone davvero importanti che per noi fanno tanto, che ci
danno tanto, solo con la loro presenza, ogni giorno. Ascoltandoci, parlandoci,
facendoci ridere. Sono loro che danno un senso a questa maratona senza
partecipanti che dobbiamo vincere contro noi stessi. Sono loro che ci amano per
quello che siamo, che capiscono ogni nostro problema celato, che sentono ogni nostro
lamento taciuto, che percepiscono ogni lacrima soffocata. Ci sono loro a
rendere questa vita meno pesante, meno noiosa, meno desolata. Sì siamo soli, ma
non abbandonati. Siamo soli, ma non siamo orfani di questa terra. Siamo soli,
ma in compagnia.
C’è sempre un filo di speranza,
dopotutto. C’è ancora un debole bagliore che rischiara l’orizzonte. È vero
piove. L’acqua scende giù, fitta e minacciosa, mentre i tuoni innalzano il loro
canto di morte, ma laggiù in fondo la vedo anche io quella fragile luce
lontana, che sta lì e ci attende. Piove, magari pioverà ancora. Io non voglio
bagnarmi, aspetto ancora un po’. Magari cerco riparo sotto qualche fungo
gigante, magari c’è un ombrello da qualche parte. Magari la pioggia finirà e io
tornerò a casa.
Non abbiate paura, prima o poi si riesce a tornare, prima o poi
si ricomincia anche a sognare.
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